
Dopo una stagione travagliata e conclusa con la retrocessione in Serie D, l’ACR Messina si trova di fronte a un bivio delicatissimo: ripartire, rilanciarsi o cedere definitivamente il passo a una nuova realtà sportiva.
Un’intera città è sospesa nell’attesa di decisioni cruciali per il futuro del calcio giallorosso, tra ipotesi di salvezza in extremis, scenari di rifondazione e lo spettro più temuto: la rinuncia all’iscrizione al prossimo campionato.
L'ACR Messina si trova in una situazione critica, con un'udienza fissata per il 10 giugno 2025 presso il Tribunale di Messina, dove si discuterà la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura.
La società è alle prese con una grave crisi finanziaria, con debiti che superano i due milioni di euro, e rischia la liquidazione giudiziale
Il 2024/2025 sarà ricordato come un anno amaro per i tifosi peloritani. Il campo ha emesso il verdetto più duro: la retrocessione dopo un’annata segnata da instabilità tecnica, cambi in panchina, prestazioni altalenanti e, soprattutto, una cronica mancanza di risultati nei momenti decisivi. Ma più dei numeri sul campo, a preoccupare sono oggi le incertezze societarie.
A pochi giorni dal termine ufficiale della stagione, la società si trova senza un progetto definito per il futuro. Non sono ancora state avviate le pratiche per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie D, e il silenzio istituzionale alimenta i timori di una possibile sparizione dai radar del calcio nazionale.
Negli ambienti vicini alla società si parla insistentemente di possibili trattative con soggetti imprenditoriali interessati a rilevare l’ACR.
Tuttavia, al momento, nessuna trattativa è stata formalizzata, e non ci sono nomi ufficiali. Si vocifera di un interessamento da parte di una cordata siciliana legata al mondo della logistica e dei servizi, ma anche questa pista rimane sfumata.
Nel frattempo, il Comune di Messina, pur non volendo interferire direttamente nella gestione sportiva, ha avviato alcuni colloqui informali con soggetti potenzialmente interessati a garantire la sopravvivenza del calcio cittadino, anche in caso di fallimento dell’attuale società.
Si lavora insomma a un “piano B”, che possa prevedere la nascita di un nuovo soggetto sportivo iscritto attraverso l’articolo 52 comma 10 delle NOIF, che consentirebbe la ripartenza almeno dall’Eccellenza.
La cosa sicura è che chi acquisterà il Messina dovrà pagare tutti i debiti contratti dalle due proprietà che si sono alternate in questa annata disastrosa e ripartirebbe con una penalità di 14 punti da scontare in qualsiasi campionato si iscriverà la compagine giallorosa
Nella città dello Stretto si respira un’aria di delusione profonda, ma anche di affetto immutato. I gruppi organizzati della Curva Sud, nei giorni scorsi, hanno affisso striscioni in vari punti della città con messaggi chiari: “Non siamo retrocessi noi, ma chi non ha avuto rispetto per questi colori”.
Nei bar, nei social, nelle radio locali, il dibattito è acceso: “Serve chiarezza e dignità. I messinesi meritano un progetto serio”
Nel frattempo è stato sottoscritto mercoledì 4 giugno 2025, nello studio del notaio Nunzio Arrigo, l'atto di costituzione della Società Cooperativa Calcio Messina.
“Un segnale forte – si legge in una nota - e chiaro in uno dei momenti più bui e delicati della nostra storia calcistica. Ad oggi non sappiamo quale campionato disputerà il Messina, chi avrà l'onere e l'onore di portare in alto il vessillo giallorosso, ma noi abbiamo voluto dare un segnale forte e chiaro, perché riteniamo che un altro modo di gestire il calcio sia possibile".
"Tutela dell'identità e dei simboli che la riguardano, strumento che abbia, fra i principali obiettivi, la salvaguardia di un bene pubblico qual è la principale squadra di calcio della città e della provincia di Messina, con tutto ciò che rappresenta da un punto di vista sportivo, sociale e di immagine; modificare l'attuale paradigma di gestione di una squadra di calcio, consentendo ai tifosi di essere parte attiva e responsabile della propria squadra del cuore, con diritti specifici e doveri, e non più dei semplici “clienti” della stessa”.