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Il Messina, la salvezza e il lungo addio di una squadra in ostaggio

01-05-2025 06:00

Emanuele Morabito

Calcio, Cronaca, Focus, messina, messina calcio, serie c, playout, messina foggia,

Il Messina, la salvezza e il lungo addio di una squadra in ostaggio

Il Messina si giocherà la permanenza in Serie C nel playout contro il Foggia, ma nel frattempo gioca una complicata partita per rimanere in vita

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Tra le pieghe di una stagione complicata, il Messina si gioca tutto nei playout che, a sorpresa, disputerà contro il Foggia e non contro la Casertana come ci si poteva aspettare. 

 

Ma il Messina non gioca solo per la salvezza in Serie C, ma forse per la propria stessa sopravvivenza. 

 

In un clima di tensione permanente, il campo e la scrivania si inseguono senza mai incontrarsi davvero.

 

UN SALVATAGGIO CHE NON ARRIVA. Sul terreno di gioco, la squadra ha lottato come ha potuto. Adesso i play-out rappresentano l’ultima occasione per evitare il precipizio. Ma intorno al gruppo si muove un contesto fragile, dove ogni certezza sembra svanire ogni giorno di più.

 

Dopo il passaggio di consegne alla AAD Invest Group, la situazione societaria è precipitata. 

 

Gli stipendi di febbraio e marzo sono rimasti in sospeso, mentre aprile è stato pagato a singhiozzo, solo per scongiurare l’immediato rischio di penalizzazioni. Ma è una toppa, non una soluzione.

 

Intanto, si affaccia un imprenditore locale, noto con il marchio F24, che si dice pronto a rilevare la società. 

 

Il suo piano sarebbe quello di garantire la copertura degli stipendi arretrati e assicurare l’iscrizione al prossimo campionato. Una proposta concreta, sostenuta anche da ambienti imprenditoriali messinesi.

 

L'aspirante nuovo proprietario della quota di maggioranza dell'Acr ha avuto un proficuo colloquio telefonico con l'assessore allo Sport del comune di Messina Finocchiaro, propedeutico all'imminente incontro con il sindaco Basile che ha in "custodia" la procura a vendere cartacea. 

 

L'imprenditore, che sarà accompagnato da un professionista in materia contabile, ha assicurato che saranno fornite tutte le delucidazioni e garanzie affinché il sindaco convochi Alaimo, presidente dimissionario. 

 

IL MURO DI ALAIMO. Ma proprio qui si innesca il secondo problema: il presidente Alaimo si rifiuta di vendere. Nonostante le richieste di una parte della piazza, nonostante le offerte avanzate, Alaimo ha tracciato una linea invalicabile: "Non vendo la società". 

 

Nessuna trattativa vera è mai partita. Nessun passo indietro è stato nemmeno preso in considerazione. 

 

Quella che in altri contesti sarebbe una normale dinamica di mercato, a Messina si trasforma in una paralisi totale. Nessuno compra, nessuno vende, nessuno investe. E intanto il tempo scorre.

 

PLAYOUT: UNA BATTAGLIA SU DUE FRONTI. Così il Messina si ritrova oggi a combattere due partite contemporaneamente: una dentro il campo, fatta di sudore e paura, e una fuori, fatta di silenzi e veti incrociati. 

 

Vincere i playout significherebbe salvarsi sportivamente, ma senza un intervento immediato a livello societario, anche la salvezza rischia di diventare una vittoria inutile.

 

UNA FOTOGRAFIA SPIETATA. La città guarda tutto questo con crescente distacco. Dopo mesi di annunci, smentite e crisi, anche l'entusiasmo dei tifosi sembra essersi raffreddato. Non è solo il rischio di una retrocessione: è la percezione che dietro le maglie giallorosse oggi ci sia solo vuoto.

 

Per salvarsi davvero, il Messina non dovrà solo vincere sul campo: dovrà liberarsi dalle catene invisibili che lo tengono prigioniero di una crisi che sembra non avere né inizio né fine.

 

Messina osserva tutto con il fiato sospeso. Le bandiere, le sciarpe, i ricordi delle partite storiche sembrano lontani anni luce. Oggi è il tempo della lotta disperata, del grido strozzato in gola, dell'orgoglio che si aggrappa a ogni singolo pallone giocato.

 

In fondo, il Messina non è solo una squadra: è un pezzo di identità collettiva. E anche in mezzo al disastro, chi ama questi colori continua a crederci. Anche se per salvarsi non basterà più solo il cuore: servirà anche un miracolo.