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La Pasqua e l'economia circolare dello sport: divertimento, passione e investimenti

20-04-2025 06:00

Alessandro Fragalà

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La Pasqua e l'economia circolare dello sport: divertimento, passione e investimenti

E' dai sorrisi dei bambini che deve ripartire lo sport siciliano dopo i deplorevoli fatti di Riposto

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Le immagini di Riposto, l’aggressione perpetrata da ragazzini ai danni di un altro ragazzino durante una partita di calcio tra giovanissimi, sono certamente il punto più basso per lo sport siciliano. 

 

E dal basso, cioè dalla fine, non si può che ripartire proprio come il messaggio che Cristo risorto, manda nel giorno di Pasqua. 

 

Pasqua uguale risurrezione. 

 

Risurrezione di quei valori che, da sempre, hanno contraddistinto lo sport.

 

L’aspetto ludico, giocoso, divertente che poi è intriso nell’etimologia della stessa parola. 

 

Dal latino deportare nel senso di allontanarsi, portarsi lontano, passando per il francesismo desport che significa divertimento, piacere fisico e spirituale, fino ad arrivare al termine sport che poi è solo l’abbreviazione dell’inglese disport

 

Il concetto di approdo è sempre lo stesso: lo sport è divertimento e non può rappresentare dissidio o violenza.

 

La resurrezione dello sport siciliano deve passare da questo: dal sorriso dei bambini che devono affollare sempre di più gli stadi, i palasport, le piscine senza alcun tipo di timore o paura. 

 

Perché è guardando gli altri divertirsi e divertire che nasce la voglia di praticare e con la voglia di praticare nascono nuovi talenti e nuovi campioni, ed i nuovi campioni producono nuova passione e nuovi investimenti. 

 

E’ l’economia circolare dello sport: divertimento, passione, investimento. 

 

Le tre componenti con cui, aggiungendo la competenza, è possibile raggiungere traguardi importanti: le vittorie. 

 

La Pasqua dello sport siciliano parte da un nuovo presidente al vertice del Coni, Enzo Falzone; dalle certezze, positive e negative: gli scudetti vinti dalle squadre catanesi nell’ultima stagione, ma anche la consapevolezza che c’è tantissimo da fare in Sicilia soprattutto in merito alle strutture sportive.

 

Troppo poche e, in troppi casi, troppo vecchie. 

 

Catania, in questo senso, può fare da capofila perché, da qualche anno, ha un uomo di sport al comando dell’istituzione politica che si occupa di sport. 

 

A prescindere dai colori politici è un dettaglio che ha portato risultati. 

 

Le strutture sono aumentate e sono migliorate, anche se ancora molto si può fare.