Ognuno ha le sue ragioni e ci sono casi, come questo, in cui non esiste giudice o saggio che possa affermare, con certezza, quali siano le più importanti.
Da un lato c’è una tifoseria che si è sentita umiliata, tradita.
Dall’altro c’è un allenatore che non aveva altro modo per recapitare un chiaro messaggio alla proprietà, ad alcuni elementi della dirigenza e ai suoi giocatori.
Chi segue il calcio avrà subito capito che il riferimento è alla pesantissima sconfitta subita al Massimino dal Catania contro il Trapani in coppa Italia.
Uno 0-5 casalingo che, normalmente, sarebbe costato la panchina all’allenatore di turno, se non fosse stato già ampiamente concordato tra staff tecnico e dirigenza.
Era già tutto previsto avrebbe cantato ad uopo Riccardo Cocciante.
Ma perché?
- Era veramente necessario arrivare a tanto per ribadire alcuni concetti?
- Era necessario mandare al macello i promettenti ragazzi della primavera?
- Era necessario suscitare l’ira di chi, nonostante tutto, ha pagato il biglietto per vedere una partita che, in realtà, non era una partita?
Per la tifoseria del Catania assolutamente no, per l’allenatore Mimmo Toscano, evidentemente si.
E torniamo all’incipit e alle ragioni.
Quelle dei sostenitori sono semplici e comprensibili: i colori rossazzurri non possono essere umiliati in questo modo.
Quelle dell’allenatore risultano, magari, di difficile comprensione, ma solo per chi non conosce “i panni sporchi” di casa rossazzurra.
Mimmo Toscano ha semplicemente spiegato perché il Catania non è riuscito a vincere la partita di Avellino, ribadendo che, nonostante la Coppa Italia sia un trofeo prestigioso, il Catania quest’anno punta sul campionato e non c’è “distrazione” che tenga.
Certo il modo con cui il tecnico ha deciso di spiegare tutte queste cose è stato piuttosto brusco.
Se voleva provocare uno shock, c’è riuscito alla grande.
Però è necessario essere attenti e non lasciarsi trascinare dallo sconforto dei numeri.
Il Trapani ha fatto 5 gol al Massimino perché il Catania ha giocato con 4 “grandi” o pseudo grandi e 7 ragazzini della primavera; è vero, ma anche il Trapani aveva solo 2 tra i titolari del campionato.
La differenza è tutta qui: il Catania, a causa degli infortuni e delle problematiche estive, non ha una rosa tale per poter competere in due competizioni.
Ergo: o schieri gli stessi di Avellino rischiando di perderne altri in vista della Cavese, o ti affidi ai ragazzini rischiando di prendere una goleada.
Tra le due, per Toscano, il male minore è stato il secondo.
Magari però il tecnico non si aspettava un risultato così pesante, magari si poteva auspicare che l’apporto dei “grandi” avesse un minimo di impatto in più, magari si attendeva che Montalto provasse a sfruttare la coppa per dimostrare di essere ancora un giocatore di calcio e non un ectoplasma, magari su qualche tiro del Trapani Adamonis poteva essere più preciso.
Magari che rimangono nel cassetto, inutile, dei magari.
E’ andata cos’, ma per la prima volta in questa stagione la tifoseria, o comunque una parte della tifoseria, ha storto il naso sulle scelte di Toscano.
Perché alla fine il pubblico, caro o meno che sia, paga un biglietto per guardare uno spettacolo e quanto successo mercoledì al Massimino è come se acquisti un biglietto per vedere un’opera teatrale e prima del sipario qualcuno annuncia che il cast è stato sostituito da una compagnia di piccoli attori.
E’ chiaro che apprezzi l’impegno, ma certamente non vedi lo spettacolo per cui avevi acquistato il biglietto.
Passerà?
Certamente si, se il Catania nelle prossime 4 partite ( 3 in casa ) dovesse conquistare un filotto di risultati positivi.
Altrimenti no e questa sarebbe un’altra storia.