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Mala tempora currunt e lo squid game Catania planò su Viagrande

28-03-2025 05:00

Alessandro Fragalà

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Mala tempora currunt e lo squid game Catania planò su Viagrande

In casa Catania proseguono, incessanti, i cambiamenti e le novità: ultima la scelta della casa dell'Atletico per le gare della formazione femminile

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Una questione di cuore, una questione di storia. Non di merito o opportunità.

 

C’è una storia da tutelare e preservare, perché è intrisa di vita, passione, gioie, delusioni e, purtroppo, anche dolori. 

 

E’ la storia del calcio a Catania che, per la grandissima parte degli sportivi catanesi, può fare solo ed esclusivamente riferimento al Catania del 1929 e poi al Calcio Catania 1946. Basta. 

 

In questo senso il Catania Fc di Rosario Pelligra avrebbe dovuto costituire un altro pezzo di continuità storica e l'impegno assunto originariamente non dava incertezze sul tema. 

 

In questo abbiamo usato il condizionale perché non siamo più certi che lo sia.

 

Ci sono alcune questioni che i tifosi del Catania non riescono proprio a digerire e che minano quella che, almeno inizialmente, doveva rappresentare una certezza. 

 

Sul recupero di nome e logo appartenenti al fallito Calcio Catania 1946 i tifosi ne hanno sentite di cotte e di crude, ma mai hanno sentito la verità: il Catania Fc nome e logo non li ha concretamente richiesti e (ma questo lo aggiungiamo noi) forse non li ha mai voluti. 

 

Rimangono li, in attesa di tornare dove dovrebbero, con il rischio concreto (perché lo permette la legge) che qualcuno decida di aggiudicarseli, anche solo per lo sfizio di farlo o, magari, per un altro progetto alternativo che però abbia le radici ben piantate nella tradizione del Catania storico. 

 

Nel frattempo, in attesa di capire se Grella e Pelligra vorranno realmente riprendere  Torre del Grifo e riportare il Catania nella sua ‘domus’ naturale, le squadre che vestono la maglia rossazzurra sono costrette a vagare per i campi della provincia. 

 

Dal cibalino a Nesima, da Misterbianco a Viagrande. 

 

E proprio quest’ultima sede, dove il Catania femminile giocherà le sue partite, è un altro particolare che ai tifosi non è passato inosservato. 

 

Sia chiaro, nulla da dire sulla struttura rinnovata e funzionale di Viagrande. Il problema, per i tifosi, è che per trovare una casa alle ‘woman’ il Catania abbia dovuto stringere accordi con l’Imesi Atletico Catania 1994 di Franco Proto. 

 

Il problema, però, è più ampio: la struttura di Viagrande che l’Imesi ha preso in gestione per ben 12 anni, era stata visionata anche dal Catania. 

 

Visionata e lasciata andare. 

 

Al Catania si naviga a vista e si agisce, non di rado, a casaccio. Ecco come a pochi giorni dal derby contro il Trapani, arriva l’ingaggio di Giuseppe Colombino che andrà a rafforzare lo staff del preparatore atletico Andrea Nocera. 

 

Ennesimo ‘mea culpa’ societario che arriva dopo una serie infinita e inverosimile di infortuni muscolari, con giocatori che rientrano e si fanno male e altri che, più di una volta, danno forfait a pochi minuti dall’inizio delle partite. 

 

A qualcuno nel Catania sembra di essere dentro una versione etnea di ‘Squid Game’ con il rischio, da un momento all’altro, di essere colpito e affondato. 

 

Si sbaglia e si persevera (non era diabolico?) e poi si colpisce la vittima di turno: è toccato a Carra, poi a Pantanelli, poi a Scuto per il femminile, poi a Lodi e adesso nel mirino ci sono preparatori e sanitari.

 

Lecito chiedersi chi sarà il prossimo, non eretico pensare che possa essere Daniele Faggiano. 

 

Nonostante i sorrisi, a dir il vero timidi, del ds e del vicepresidente intercettati dalle telecamere societarie, tra i due non sembra più esserci il feeling di questa estate . 
 

In atto ci sono due Ds, l'anno scorso in questa fase della stagione neanche uno. 

 

Non è escluso che nella prossima si abbia un terzo Ds tra quelli attualmente presenti.
 

Tanto per rendere plasticamente l'idea del vago e dell' incerto.

 

Il futuro della dirigenza rossazzurra, al momento, è meno decifrabile di un rebus. 

 

L’arrivo di Zarbano come direttore generale potrebbe rafforzare la posizione di Faggiano e, nello stesso tempo, minare quella di Grella. 

 

I poteri esecutivi del Dg finiscono per incrociare ed intaccare, erodendoli, proprio quelli dell'amministratore delegato. 

 

Non sappiamo se quest' ultimo, poi, concederà di vedersi veramente indeboliti compiti e prerogative svolte ad oggi in forma esclusiva.

 

Mala tempora currunt, sed peiora parantur (Corrono tempi cattivi, ma se ne preparano di peggiori) diceva Cicerone, speriamo che non sia questo il caso… 

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