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Lo sfogo di Morgana: «Il calcio siciliano vada verso cultura sportiva e inclusiva»

09-02-2025 06:00

Alessandro Fragalà

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Lo sfogo di Morgana: «Il calcio siciliano vada verso cultura sportiva e inclusiva»

E alla fine arrivò il messaggio del presidente Sandro Morgana per cercare di rimettere in carreggiata un calcio siciliano che, evidentemente, ha perso

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E alla fine arrivò il messaggio del presidente Sandro Morgana per cercare di rimettere in carreggiata un calcio siciliano che, evidentemente, ha perso la direzione giusta. 

 

Una lettera aperta che, forse, potremmo definire un vero e proprio sfogo in cui il presidente del comitato regionale della Figc ricorda “lo Sport ed il calcio siano strumenti essenziali di crescita collettiva che non vanno considerati soltanto in un’ottica di competizione”.

 

Il concetto è subito chiaro, ma Morgana lo chiarisce meglio nel passaggio successivo in cui ricorda come “i risultati costituiscano l’essenza di un movimento importante quale è quello calcistico, ma l’agonismo e la competizione non possono essere preminenti rispetto ad una cultura sportiva che deve essere inclusiva e declinata verso valori che per noi sono e devono rimanere irrinunciabili”.

 

Quello di Morgana è un richiamo, evidentemente a tesserati e non, ad avere “coscienza del proprio ruolo ed esercitarlo con rigore e senso di responsabilità”.

 

Ma nel concreto a chi e perché sta inviando il messaggio?  

 

“Assisto – si legge nella lettera - sempre con maggiore stupore e crescente perplessità, ad iniziative che, anziché abbassare i toni e stemperare le tensioni, contribuiscono ad innescare veri e propri meccanismi che determinano confusione e disordine”.

 

E pian piano si arriva al centro del problema che, poi, oggettivamente, è un problema generale nell’era 3.0 governata (è proprio il caso di dirlo) dai social. 

 

Ed è proprio a quello che definisce “uso inappropriato dei social” a cui si riferisce Morgana aggiungendo che questo uso non consono è unito “a momenti comunicazionali veramente impropri e fuori luogo, nella maggior parte dei casi privi, altresì, di fondamento” che “oltre a gettare discredito ed ombre sulla nostra attività, possono correre il rischio di determinare reazioni incontrollate da parte delle tifoserie alle quali arrivano messaggi oltremodo devastanti”.

 

Qualcuno potrebbe dire, ma cosa accomuna calcio dilettantistico e social? La risposta è semplice. 

 

Un mondo che mediaticamente non ha mai avuto spazio, adesso lo riesce a trovare facilmente perchè a costo zero. 

 

Ed infatti è sui social che si scatenano le polemiche come quelle a cui, secondo indiscrezioni, si potrebbe riferire Morgana. Rigori non dati in alcuni campi importanti; spogliatoi sporchi in altri; nervosismo tra le tifoserie. 

 

Anche senza indiscrezioni, comunque, rimangono le accuse forti che toccano in toto un movimento, quello siciliano dilettantistico e non, che non vive certo un momento meraviglioso. 

 

Dopo gli anni delle 3 squadre in Serie A, la Sicilia calcistica non sembra ritrovare quella verve di un tempo e le società di vertice (vedi Palermo e Catania, ma a breve anche Messina) sono finite in mani straniere. E forse è un bene.

 

Si perché per il resto si naviga nei campionati dilettantistici, con pochi soldi e tantissima improvvisazione. 

 

Morgana, dunque, invita tutti ad “abbassare i toni e mantenere un profilo adeguato e degno di chi partecipa ad una competizione che prima di tutto si definisce ‘sportiva’ e che richiede assolutamente e senza alcuna ombra di dubbio, rispetto delle persone, dei ruoli e delle regole sempre ed in ogni circostanza”. 

 

Il richiamo è al “senso della misura” che ognuno dovrebbe avere, ribadendo come il calcio, seppur intriso nel business, sia pur sempre “un meraviglioso giuoco”. 

 

E infine l’obiettivo personale di “promuovere sempre di più una diversa cultura dello sport, allontanando i fautori della cultura del sospetto, specie quando questa è basata su mera fantasia, nella convinzione che l’inversione culturale sia la via principale da seguire per educare ancora di più ad un diverso approccio alla pratica sportiva”.

 

Una parola e poca e due sono troppe, avrebbe detto Nonno Libero in Un medico in famiglia, ma è giusto sottolineare come, a fine lettera, Morgana ricorda anche che chi supera i limiti sarà giudicato dagli organi competenti. Della serie “chi vuole intendere, intenda”. 

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