In vent’anni di storia ( la fondazione risale al 2004) ha vinto praticamente tutto potendo vantare di essere il club più titolato d’Italia. Tre scudetti, sei Coppe Italia, sette Supercoppe: sono questi gli straordinari numeri del Catania Beach Soccer di Giuseppe Bosco, fresco vincitore, nella passata stagione, dello Scudetto e della Supercoppa. Ma non sono solo numeri. Dietro queste vittorie ci sono lavoro, sacrificio, programmazione e soprattutto competenza. E per chi pensa, sbagliando, che il beach soccer si muova solo durante l’estate, sveliamo un segreto e lo facciamo grazie al principale artefice di questi successi, il presidente Giuseppe Bosco.
Cosa fa un presidente di una squadra di beach soccer d’inverno?
Un presidente del Beach Soccer d'inverno programma la stagione estiva lavorando sulla preparazione anche degli eventi previsti per l'anno successivo. Quindi un presidente lavora, gira comuni, gira province, gira regioni e in particolare la nostra Sicilia e cerca di programmare quella che poi sarà la tappa dell'anno successivo.
Oltre a questo, immagino, si comincia anche a lavorare sulla squadra?
“Assolutamente. Nel frattempo si prendono i contatti con i possibili obiettivi di mercato che ti sei prefissato durante la stagione precedente. Questo perché hai visto, durante le partite, delle cose che ti hanno sorprese e che ti hanno dato una piacevole sensazione. Che poi, in sostanza, è quella che un nuovo acquisto potrebbe dare facendo aumentare il tasso tecnico tattico della tua squadra”.
C’è sempre voglia di migliorare, dunque. Ma dopo aver vinto praticamente tutto nella passata stagione, come si può alzare ancora l’asticella?
“Le vittorie non rappresentano un punto di arrivo. Le vittorie sono un punto di partenza, perché dalle vittorie devi prendere tutto il positivo e cercare di programmare il futuro”.
Ecco. Come si programma il futuro?
“Il futuro si programma cercando di migliorare l'aspetto qualitativo e tecnico della squadra. Ma anche l'aspetto medico e atletico. Poi si programma cercando di rafforzare sempre più il settore giovanile, per fare in modo che possano uscire tanti possibili talenti per la prima squadra”.
Solo questo?
“No. L’obiettivo è rafforzare la squadra per cercare di vincere in Europa. Perché è vero che abbiamo partecipato una decina di volte alla Coppa dei campioni, ma è anche vero che abbiamo ottenuto due secondi posti e quindi il nostro obiettivo è quello di vincerla”.
Mettendo da parte l’Europa, in Italia con la sua squadra ha vinto tutto e tanto. Presidente, ma come si vince a Catania?
“A Catania si vince con il duro lavoro svolto quotidianamente. Un lavoro maniacale, fatto senza lasciare nulla al caso. Si vince con un'ottima società e degli ottimi collaboratori che ti aiutano e ti sostengono. Si vince con uno staff tecnico importante, con dei giocatori di valore che abbiano qualità tecnico-tattiche, ma che siano anche degli uomini capaci di saper affrontare i momenti delicati che la stagione offre”.
Oltre a questo, presidente, un segreto deve esserci. Ce lo svela?
“Non ci sono altri segreti. Credo che sia fondamentale essere delle persone sagge ed equilibrate, provando a sapere sempre quale sia la ragione giusta con cui si affrontano determinate dinamiche all'interno della società tra gruppo, squadra, etc. Poi bisogna avere sempre una parolina dolce e capire dove si sbaglia e dove si può rimediare, ma soprattutto permettere il dialogo a chi ruota attorno alla società, sia nella dirigenza, che nello staff tecnico, che tra i giocatori”.
Sembra più “il manifesto del presidente”, più che un segreto. A questo punto non posso non fare una piccola parentesi sul calcio. Che idea si è fatto sulle questioni relative al Catania Fc? E’ uscito un bilancio che farebbe impallidire qualsiasi presidente…
“Ho visto il bilancio e sono rimasto senza parole, esterrefatto, sbigottito. Sono numeri che non appartengono a questa categoria (la Serie C ndr) e ora si spiega perché Pelligra ha tirato il freno a mano negli investimenti sulla squadra e perché ha inviato due ispettori all'interno della società che, naturalmente, servono a far capire chiaramente quale sia la linea che sta seguendo. Ovvero di non fare più spese stellari e di analizzare meglio e bene quello che succede all'interno della società, perché obiettivamente sembrano numeri da capogiro.
Ultima domanda, a questo punto non posso esimermi dal chiederlo. Non ha mai negato il suo desiderio, un giorno, di diventare presidente del Catania. Quanto potrebbe essere percorribile questa ipotesi?
“Questa ipotesi è percorribile qualora ci fosse un magnate o comunque un fondo che possa sposare il progetto Catania, avendo a disposizione un ‘quantum’ per gestire la società portando uomini ed energie nuove per cercare di portare questa squadra e di conseguenza questa città dove meritano”.
Quindi non si tirerebbe indietro?
“Io per la mia città sono sempre a disposizione, il mio numero di telefono lo conoscono tutti, quindi non ci sono problemi e qualora ci fosse l'opportunità, ripeto, sarei disponibile a dare una mano alla mia città”.