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Uno s…concerto di fischi per un Catania in balia di se stesso

15-12-2024 06:00

Alessandro Fragalà

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Uno s…concerto di fischi per un Catania in balia di se stesso

Il Catania perde in casa contro il Potenza e i giocatori escono coperti da una bordata di fischi

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Il calcio non è una scienza esatta. 

 

In realtà il calcio non è proprio una scienza e, dunque, non si può mai, minimamente, pensare che possa essere una scienza esatta. 

 

Secondo gli allenatori dell’era moderna, poi, più che tattica e schemi, a determinare i risultati sono testa e aspetto psicologico. Questa è o dovrebbe essere una base, a questo punto fondamentale. 

 

Poi ci sono le partite, ci sono gli episodi, gli arbitraggi e tanti, troppi, fattori assolutamente incalcolabili. 

 

Il calcio è fatto di oscillazioni, soprattutto quando si affrontano squadre che, tecnicamente, sembrano equivalersi. L’oscillazione può portare il risultato finale da una parte o dall’altra. Oppure lo può lasciare nel mezzo, ovvero nella parità. Un po’ come accaduto nel primo tempo della gara tra Catania e Potenza. Oscillazioni, appunto, da una parte e dall’altra: le parate del portiere del Catania da un lato, un palo e un gol annullato a salvare i lucani, dall’altro. 

 

Poi però può succedere che le oscillazioni riescono a imporre il primato. 

 

Da un lato una squadra, il Catania, che non gioca poi così male, costruisce occasioni, ma non segna; dall’altro lato, il Potenza, che invece i gol li mette dentro. Ed il calcio moderno potrà anche essere cambiato rispetto a quello che giocavano nei primi anni del ‘900, ma una cosa rimarrà tale, almeno finchè rimarranno tali le regole del gioco: chi fa gol vince, chi non fa gol perde. La spiegazione più semplice, banale, ma paurosamente vera. Chi vince torna a casa felice, chi perde deve sostenere il peso dei fischi di chi ha pagato un biglietto per assistere ad uno spettacolo francamente sconcertante. 

 

E il problema non è la singola partita. 

 

Il problema è generale e non poteva essere risolto da una vittoria, se pur roboante, contro una squadra, il Taranto, ormai completamente fuori dal campionato. Senza fare facile dietrologia, chi ha creduto che Taranto avesse risolto i problemi del Catania, ha preso una sonora cantonata. Riascoltando le parole pronunciate dal vice presidente del Catania in settimana, è probabile che la cantonata l’abbia presa anche lui. 

 

Il Catania è lo spettro di una squadra di calcio: e se è giusto ammettere che fino al primo gol di Caturano (ovvero per 70 minuti) la squadra di Toscano è stata in partita, è doveroso e rispettoso raccontare come ad un certo la squadra rossazzurra sia uscita completamente dal campo, subendo un altro gol e sbagliando un calcio di rigore. Servono pochi secondi per battere un calcio di rigore, ma forse in questo caso con quei pochi secondi si può raccontare il momento rossazzurro. La corsa timida e il tiro svogliato di Stoppa (peraltro uno dei più attivi) sono l’emblema e rappresentano la continuità con quanto visto nelle ultime settimane.

 

E’ Taranto ad essere l’eccezione che conferma la regola.

 

La partita con il Potenza, invece, è figlia di quella con la Cavese, che è figlia di quella con il Trapani, che è figlia, a sua volta, dello spropositato numero di infortuni e della confusione che, purtroppo, regna sovrana tra le mura del Massimino e del Cibalino. 

 

La chiave di volta è tutta li: cosa succede durante la settimana? Perché tutti questi infortuni traumatici rimediati dai giocatori durante gli allenamenti? Ma soprattutto: lo spogliatoio è ancora saldo nelle mani di Toscano? 

 

E’ evidente che la vittoria di Taranto ha tratto in inganno anche sotto questo aspetto e che esiste un male, non poi così oscuro, che affligge il Catania. In settimana durante un incontro con i giornalisti Toscano ha accennato a qualcosa che inibisce i suoi giocatori.

 

 Ha detto anche di essere schietto e sincero: a questo punto, forse, è il caso che dica apertamente se è un qualcosa o un qualcuno a inibire il Catania. Ci dica se a suo parere la gestione ambientale possa influire su quanto succede in campo. Ci dica se esiste un problema legato alla gestione degli infortuni e al recupero dei giocatori. Ci dica chiaramente se esiste un problema legato alle strutture di allenamento. Ci dica, perchè siamo certi che lo abbia capito, se il problema del Catania è solo legato a quanto succede in campo o se invece il problema parte da dietro la scrivania.  Perchè a Catania i buoni giocatori si trasformano in brocchi, salvo poi ritornare campioni appena superano lo stretto?. 

 

Qualcuno tutto questo dovrebbe dirlo: che sia Toscano, o Faggiano, o Grella. 

 

Basta far finta di niente. La gente ( e come dargli torto ) non ne può più e ciò che accade in campo è lo specchio riflesso di una società che non funziona. 

 

Toscano, o chi per lui, ci aiuti a capire cosa e perchè.

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