L'ultimo saluto sabato ore 16 Chiesa Madre di San Giovanni la Punta
Altra terribile perdita per lo Sport catanese: a soli 54 anni si è spento dopo una lunga e dolorosa lotta il pallanuotista e dirigente sportivo Giuseppe La Delfa.
È stato tra i protagonisti assoluti, con le atlete e compagni di mille avventure, degli incredibili successi della pallanuoto femminile etnea che con la Ekipe Orizzonte ha portato a Catania 23 scudetti e 8 coppe dei campioni. Un orgoglio assoluto.
Generale il cordoglio e lo sgomento di tutto il mondo dello sport, al quale Sudpress si associa stringendosi alla moglie Cora Campbell, anche lei campionessa Orizzonte, ed ai figli Tomas e Lucas.
Luigi Spinnicchia, presidente del centro sportivo Muri Antichi “La notizia della scomparsa di Giuseppe pone in secondo piano tutto il resto. La pallanuoto catanese perde un pezzo pregiato sia per competenze ma soprattutto a livello umano. Storico direttore sportivo dell’Orizzonte, tra gli artefici dei trofei conquistati, era sempre prodigo di consigli a chiunque lo chiedesse. Durante la gestione tecnica di Mauro Maugeri e Antonio Bellecci, suoi fraterni amici, si è adoperato per Muri Antichi alla ricerca di giovani talenti stranieri, compito nel quale era indiscusso numero uno. Rimarrà indelebile il suo garbo, la simpatia e la smisurata preparazione. La nostra Società al completo si stringe attorno alla famiglia e agli amici di Ekipe Orizzonte”.
“La notizia della scomparsa di Giuseppe La Delfa è stato un vero pugno allo stomaco – le parole di Aurelio Scebba, allenatore Giorgini Ottica Muri Antichi - è stato allievo di mio padre, ho ricordi di lui sin da quando sono nato ed è stato per me un vero amico. Ha combattuto ma è sempre stato un esempio per tutti, una persona che ha sempre regalato sorrisi. Per me, per noi e per tutto il movimento se ne va una persona speciale.
Abbiamo chiesto un ricordo ad un suo amico di sempre, come lui pallanuotista e dirigente sportivo, Antonio Bellecci, che con Peppe La Delfa ha condiviso oltre 40 anni di allenamenti, gare ed amicizia fraterna.
"Lunedì parliamo al telefono “Pe, allora?”
“Meglio Anto. Questo ciclo sperimentale è pesante. Lo abbiamo interrotto. Ora è tutto sotto controllo”.
È sereno. Veramente sereno. Mi da fiducia, più di altri momenti in cui è provato.
E poi, mercoledì, arriva la telefonata che non ti aspetti.
La notizia che non ti aspetti. Cui non vuoi credere.
Non la vuoi nemmeno sentire.
La rifiuti, con forza. 40 anni di amicizia.
Di passione per uno sport che ci ha uniti e, che ci ha insegnato a lottare.
Contro tutto e tutti.
40 anni di scherzi, di risate.
Di litigi e, di confronti duri.
Come gli amici sanno fare.
Di viaggi verso nuove scoperte.
Di amori e, delusioni.
Di sostegno reciproco.
Così, senza disturbare, se ne va Peppe, sempre pronto a dare una mano, a dirti una parola di conforto.
La parola giusta. Lungimirante, ironico.
Un amico per tutti.
Innovatore nel suo lavoro, dirigente sportivo come pochi, le relazioni il suo mantra.
Sa di essere migliore di tanti altri.
Ha qualcosa in più, che gli consente di raggiungere gli obiettivi che si prefigge.
Quasi impossibile dirgli di no.
Quasi impossibile non vedere le cose come le vede lui.
È coinvolgente come pochi Peppe.
Fa sognare, quando parla.
Pensi di aver detto una cosa giusta: in realtà, l’ha suggerita lui.
Ti aiuta ad essere migliore. Con semplicità.
“Sai che sarai il mio testimone di nozze, vero?”
“E tu sarai il mio, ovviamente”
Sempre insieme, anche quando siamo distanti.
Quando la vita ti porta su strade apparentemente diverse.
Troppi ancora i progetti, le cose da fare insieme.
“Solo rinviati Pe”. “Lo so Anto”.
Era convinto anche lui che avremmo fatto tutto.
Lotta da anni in silenzio.
Non fa trasparire mai nulla, nemmeno quando non promette bene.
Anzi, rassicura tutti, prendendoci in giro.
“Anto, tu hai passato di peggio”. “Pe, nn fare scherzi”.
Quando hai bisogno, c’è sempre.
Anche quando lo sai che non sta bene.
Non lesina la sua presenza, il suo affetto, il suo stimolo a fare meglio.
Peppe è unico. Inimitabile.
Si rideva anche durante le partite con lui.
Una sorpresa continua.
“Io talento” diceva sempre quando si cimentava in gesti sportivi che ce lo facevano amare ancora di più.
O, quando camminava scalzo per strada facendoci credere che quelli sbagliati eravamo noi.
Voglio immaginarlo scalzo anche adesso mentre lassù incontra Mauro e Francesco, due grandi amici del cuore, che lo hanno preceduto.
Non so se è vero che se ne vanno sempre i migliori.
Sicuramente, lui è migliore di me.
Mi mancherai. E, non sai nemmeno quanto."